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Punti di vista

  • cfattorini3
  • 19 feb
  • Tempo di lettura: 1 min

Tempo fa, una conoscente mi ha raccontato un episodio che l’ha segnata profondamente. Lavorava da anni in un’azienda, si trovava bene, era felice del suo ruolo e dell’ambiente. Poi, all’improvviso, è stata licenziata.

All’inizio è stato un colpo durissimo. Non se lo aspettava, non ne capiva il motivo. Si sentiva ferita, delusa, e per mesi ha vissuto con un senso di ingiustizia e smarrimento.

Solo più tardi ha scoperto che, poco dopo il suo licenziamento, l’azienda aveva chiuso. Gli ultimi dipendenti, quelli rimasti fino alla fine, non avevano nemmeno ricevuto la liquidazione. Lei invece sì, proprio perché era stata licenziata prima.

Fu allora che si rese conto di qualcosa di importante: quel licenziamento, che inizialmente le era sembrato un’ingiustizia, era stato in realtà un gesto di riconoscenza. Un modo, forse l’unico possibile, con cui l’azienda aveva voluto ringraziarla per il suo lavoro.


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Chiara Fattorini

Counsellor Professionale

Counseling sul Garda

Iscrizione CNCP nr. 12882

Coordinamento Nazionale 

Counsellor Professionisti

(+39) 351 37 88 219

cfattorini@protonmail.com

Padenghe - Lonato, Provincia di Brescia, Italia

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